La mia Noia – Cap.1

Una volta portavo i capelli lunghi.
Poi gli ho tagliati. Così, per noia.
Come per tante cose della vita, ho agito per noia.

Non sono più preparato degli altri, non ho studiato più degli altri e soprattutto non sono sveglio.
Anzi, tutt’altro.
Semplicissima è ogni maniera per farmela sotto il naso e ancora più semplice è fingere di essere chi non si è solo per arrivare a qualcosa con me.
Però sono intelligente, quasi un genio; arrivo alle cose prima degli altri, ragiono più velocemente e ho un senso logico spaventoso.
Peccato che arrivato a metà percorso mi annoio.
Praticamente come una gara a chi attraversa per primo l’oceano in solitaria ma una volta arrivati a metà strada dico: “che palle l’oceano, facciamo qualcosa di divertente! Leviamo il tappo alla bagnarola!”.

Questa è la mia vita. Matrix.
Gli altri vedono i numeretti, il codice, non lo capiscono oppure lo decifrano a fatica; io vedo le cose, le persone, i sentimenti, poi spruzzo della senape sul monitor e non vedo più niente.
Il peggio è che lo faccio coscientemente, in piena capacità di giudizio, per noia.

Faccio un lavoro fantastico: regalo emozioni.
Oddio, non proprio in regalo; le vendo a prezzo modico.
E le vendo a tutti, non importa l’età, il sesso, la razza o la religione. Sono concetti che non mi interessano. Io sono sopra questi concetti. Quello che vendo funziona per tutti.

Avevo tutto, non lo volevo, non mi piaceva, tutto a puttane.
Non avevo niente, non lo volevo, non mi piaceva, tutto in salita.
Quasi fosse uno scontro all’ultimo sangue tra un sadico e un masochista, dove il sadico, ad un certo punto dice: “basta, sono sfinito”, e il masochista risponde: “ancora”.


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